giovedì 9 giugno 2011

 

IL MALE: RIFLESSIONE

Per Socrate il male non è cattiveria ma è la mancanza di conoscenza. In altre parole  Il  male, la  cattiveria è la mancata integrazione tra le parti che formano il sé: sono i sentimenti che non abbiamo mai sentito o che abbiamo paura di ri-sentire e che percepiamo sul piano fisico ed emotivo come un vuoto ed un'angoscia. Ricordando le parole di Socrate  mi viene in mente Platone quando fa dire all’oracolo Tiresia: 'Narciso vivrà fino a tarda età purchè non conosca se stesso'; a volte cerchiamo senza saperlo ‘il paradiso perduto’,  che sono le nostre  parti mancanti: se le troviamo nasce l’amore per se stessi e  la possibilità di ‘amare l’altro come noi stessi’.

 

'COGITO ERGO SUM'...OPPURE NO

Se un bambino non è in contatto con le sensazioni del suo corpo, non riesce a dare un contenuto emozionale alle parole. non ha la possibilità di sviluppare ‘correttamente’ il senso del linguaggio ed il pensiero. Se viene tagliato fuori dalla ‘consapevolezza corporea’ perde la capacità di decriptare, di decodificare, di dare un senso alla realtà. Significa che per lui le parole si equivalgono non avendo un contenuto emotivo specifico al quale fare riferimento nella sua esperienza: una frase vale l’altra, un pensiero vale l’altro….perchè realmente nessuna cosa ha un suo significato emotivo. Questo è uno dei problemi della cultura 'narcisistica': la nostra cultura. Per questa ragione, alcune volte, le cose così come le vediamo e le percepiamo ci impediscono di avvicinarci al sé profondo, a noi stessi. Il nostro corpo ci parla sempre, ma a volte facciamo fatica a sentirlo, o a capirlo. Spesso la difficoltà non è nelle cose che facciamo o nella quantità delle cose che dobbiamo fare, ma nel modo in cui le percepiamo, dal tipo di filtro, dal tipo di lenti, dal senso che siamo ‘abitualmente’ portati ad attribuire alla realtà.

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