lunedì 1 agosto 2011

 

LA VISIONE DEL MONDO ED I SENTIMENTI

Possiamo comprendere come il nostro ‘specifico’ modo di interagire con gli altri in termini di sensazioni e sentimenti, crea e disfa la nostra visione del mondo: ‘la visione del mondo’ non è ‘il mondo’, così come la fotografia di una cosa non è la cosa che è fotografata. Nella misura in cui riusciamo a sentire quello che accade dentro di noi, possiamo avere una sensazione sempre più 'vera' e reale delle persone che sono  intorno a noi. Avvertendo i nostri sentimenti possiamo sentire quelli degli altri: nella misura che siamo in contatto con ciò che sentiamo, siamo in contatto con gli altri. Infatti non possiamo  vivere quei sentimenti ai quali abbiamo rinunciato e  che siamo riusciti a imprigionare nel corpo, attraverso  l'insieme delle tensioni croniche che ci portano a sentire nel modo che è il nostro. Così la stuttura caratteriale si costruisce nel corso dell’infanzia ed è un adattamento al nostro ambiente di origine contenendo la nostra visione del mondo. Quando siamo adulti proiettiamo questa visione sulle persone che ci sono vicine, e le vediamo con la griglia 'parziale' dei nostri sentimenti. Quindi ci relazioniamo con loro per come ‘li vediamo’ e non per come ‘sono’. La cosa paradossale è che quando siamo ciechi in noi stessi su qualcosa, non possiamo più vederla in qualcun altro. Occorre conoscerci  riportare alla luce quelle emozioni alle quali abbiamo dovuto rinunciare e che abbiamo rimosso, dimenticato, per vederle e ri-conoscerle nelle altre persone. Quando non esprimiamo delle parti di noi, ad esempio non siamo capaci di gioire, entusiasmarci, arrabiarci, amare..., non le riconosciamo e non  le vediamo più neanche negli altri. Il cambiamento è quello che ci riporta alla consapevolezza del nostro corpo, che è la capacità di dare attenzione alle sensazioni fisiche, alle emozioni, ai sentimenti e questo porta verso una sempre più 'vera' e reale comprensione degli altri.

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