mercoledì 13 luglio 2011

 

LA NOTTE DELL'ANIMA

A volte nella notte dell'anima risuona la domanda...'Come potrà il mio cuore dissigillarsi senza esserne spezzato?' (Kahlil Gibran)

Il lavoro di una persona che è stata ferita in una fase importante del proprio sviluppo non è mai semplice: per ottenere un risultato duraturo e stabile nel tempo occorre passare attraverso un processo di morte del falso sé e di rinascita del vero sé, che non è diverso da quello descritto in tutte le grandi religioni: nel cristianesimo ad esempio si parla di morire a se stessi e nascere di nuovo, di svestire l’uomo vecchio e rivestire quello nuovo, oppure ci sono metafore come quella di S. Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce 'dell’oscura notte dell’anima'. Nelle altre religioni si usano altre espressioni per descrivere questa esperienza come ‘l’abisso del nulla’ o ‘la valle della desolazione’. Il vero sé di una persona che è stata ferita è nascosto dietro una falsa immagine di sé, perché ha dovuto scambiare eroicamente la propria vita per sopravvivere...

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