martedì 17 gennaio 2012

 

CONOSCENZA PREGIUDIZIO E TRANSFERT

Quando si incontra una persona all’inizio può piacere oppure no, o può non piacere più dopo un primo momento, ma questo dice qualcosa di noi. Si percepisce tanto ma si costruisce un’immagine privilegiando alcuni elementi a scapito di altri: La persona suscita delle sensazioni e poi dei giudizi che sono legati alla nostra esperienza ma che non parlano di lei. Se ad esempio piacciono gli occhi scuri o azzurri questo non dice nulla di quella persona ma dice qualcosa di noi...la persona è diversa da quello che percepiamo, dalle parole che usa, perfino dalla voce che si sente...ma nasce la domanda: ‘allora com’è?’ in una certa misura rimarrà un mistero non lo sapremo mai, ma è possibile avvicinarsi il più possibile lasciando andare ciò che si pensa ed aprendosi a quello che si sente stando con lei. E’ buono distinguere tra l’immagine ad esempio: è alta o bassa, magra oppure no, con occhi chiari o scuri e il giudizio che si ha su quella immagine: è bella o brutta, buona o cattiva. Un esercizio potrebbe essere quello di stare vicini e guardandosi dire a se stessi: ‘non è come mi sembra’ e poi chiudendo gli occhi e stando vicini sentire che cosa sentiamo dell’altro senza l’uso della vista. Non è facile spogliarsi del modo abituale che si ha di percepire e cogliere l’altro il più possibile per come è. A volte attraverso il transfert entriamo a contatto con delle parti di noi piacevoli che ci fanno stare bene con l’altro, altre volte attraverso il transfert entriamo a contatto con delle parti di noi che non ci piacciono....ma non è l’altro., siamo noi e occorre saperlo chiedendosi: ‘chi sono io?’ Il transfert che è la nostra capacità di creare ‘giudizi’ di avere delle opinioni se utilizzato bene può essere uno strumento per crescere.

 

I SEGRETI DEL SILENZIO

Quando il respiro è trattenuto c'è il silenzio: il luogo dei segreti.

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