sabato 21 gennaio 2012

 

EDUCARE

E' possibile conoscersi solo cogliendo le differenze e le uguaglianze rispetto a se stessi, nelle altre persone. Ma perché sia possibile occorre portare alla consapevolezza le proprie emozioni e attivarle per la prima volta o ‘riscoprirle’. Questo permette di esistere. Un sentimento e un’emozione che sono come ombre nel buio, sono possibilità non realizzate, perché incapaci di esprimersi, sono simili a papille gustative mai attivate, per conoscere il ‘sapore’ della vita. Nella relazione d’amore si dà ai sentimenti ed alle emozioni la possibilità di prendere il loro posto: l'amore di una persona che accoglie offre il diritto di esistere. E’ l’amore di chi guardandoci, sa distinguere il confine di un sentimento che si muove nell’inconsapevolezza e vedendolo lo fa esprimere; come Michelangelo, vedendo la forma che era racchiusa all’interno di un blocco di marmo, gli dette corpo. E’ possibile conoscere solo se ci si conosce, se si sa chi si è. Porsi davanti a qualcuno fa sentire il contatto emotivo che è il 'sapore' della persona. ma non è la persona è la 'reazione' a quella persona. E’ come quando si mangia un limone. Esiste la predisposizione per sentire il gusto e ‘riconoscere’ se è aspro, perchè esistono le papille gustative per gustarne il sapore... ma il gusto dice della possibilità di provare dei sapori, ma non dice nulla della cosa assaporata, come degli occhiali da sole non dicono nulla del mondo ma solo del modo di vederlo. ‘Sentire’, è la mappa attraverso la quale ci si muove nel mondo, ma non è il mondo. Quello che si sente dell’altro è possibile coglierlo a partire da se stessi, dalla propria esperienza ‘implicita’ emotiva senza parole ed ‘esplicita’ legata ai pensieri. Si sente quando una persona è dolce, perché si è provata la dolcezza, e si è predisposti a fare l’esperienza della dolcezza, come si è predisposti avendo le papille gustative a fare l’esperienza del gusto; però come occorre uno stimolo per il palato, perché il senso del gusto venga svegliato, come avviene ad esempio per un bambino, che succhia il latte, assaggiando un limone, così occorrono le persone adatte per fare delle esperienze che aiutano a diventare se stessi. A seconda delle persone che si incontrano si può diventare in un modo oppure in un altro. Si è come si è, perché predisposti a essere ‘svegliati’, ma è l’ambiente nel quale si vive determina gli stimoli che favoriscono la nostra crescita ed il nostro adattamento. Mi viene da pensare che non sono tanto importanti gli stimoli che si ricevono per primi, ma la qualità di questi stimoli o di queste persone: se sono accoglienti, e amorevoli oppure no. In altre parole si possono incontrare degli occhi scuri angelici e azzurri freddi come il ghiaccio e viceversa, quindi non è importante il colore degli occhi ma l’amore che trasmettono, che  faranno pensare che gli occhi azzurri sono sempre freddi e quelli scuri sempre accoglienti, ma non è così quella è stata solo un'esperienza personale. Una cosa non è meglio o peggio dell’altra è solo diversa dall’altra il proprio giudizio di valore parla della propria esperienza ed anche della capacità di ‘metterla da parte’ per aprirsi al nuovo. Il punto è rendersi conto che è possibile cambiare la percezione della realtà, solo percependola nel modo che è per se più appropriato. Questo è possibile attraverso l' educazione cioè il riconoscimento che dà l’amore di una persona che 'educa', cioè che vede come ‘si è’ e cosa significa essere ‘quel corpo’ che piange, gioisce, sente in quel modo, dando così un significato alle espressioni, come fa una mamma con il bambino. Questo dovrebbe essere fare formazione ed ‘educare’. Così per esempio se si è alti cm 1,50 è possibile diventare più 'consapevoli di cosa si vede' ma non vedere cosa significa essere cm1,80. Per semplificare utilizzando la metafora del ‘se si fosse un oggetto cosa si sarebbe’, essendo un martello sarebbe possibile comprendere cosa significa per sé martellare; se si fosse una forbice si comprenderebbe cosa vuol dire saper tagliare. Conoscere chi si è, aiuta a comprendere i limiti, nel senso che permette di sapere che se si è ‘un martello’ si notano i chiodi tra le cose della realtà...ma non ci sono solo chiodi, ma anche carta, stoffa... che possono essere ‘percepite’ diversamente da chi è ad esempio una 'forbice'....vedere in un panorama le montagne quanto sono alte è diverso dal coglierne la bellezza, ma esistono almeno due modi per vederle...

 

LIBERTA’

Essere liberi da…. per fare che? Dopo che si è compreso che cosa non fa stare bene, occorre sentire quale è la propria ‘passione’ e realizzarla. La libertà da ciò che non piace è solo la prima metà , l’altra metà della libertà è la realizzazione della propria ‘vocazione’ del ‘proprio progetto’, per questo è necessario conoscersi.


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