giovedì 29 dicembre 2011

 

LA VERITA’ NASCOSTA

Quando ascolto le persone, non posso sapere se mentono o dicono la verità, ascolto solo una voce che racconta dei fatti che possono essere veri o meno: quello che è vero è il modo con cui mi raccontano i fatti, può essere un racconto senza emozioni, come se fosse la storia di un’altra persona o inventata, oppure con emozioni ‘rimosse’ perché troppo dolorose, oppure possono essere raccontati dei fatti come se fossero veramente accaduti, un po’ come succede nella realtà cinematografica e teatrale: colorandoli con dei sentimenti che non sono stati realmente vissuti in quell’occasione, ma che sono presi in prestito da altri momenti della vita; i sentimenti in quel caso non riguardano quella storia. Questa è la cosa vera che è possibile sentire: lo stato d’animo distaccato o partecipato di chi nasconde o esprime le proprie emozioni. Quando si dicono cose non vere si racconta la verità delle proprie emozioni nascoste: forse si raccontano dei fatti non veri perché si è ingabbiati in una realtà che fa male, che è scomoda, oppure perché non ci si rende conto di essere ‘scissi’ da quello che si sente, perché troppo doloroso, in questo modo si ripete una storia che dà l’impressione di non essere stata realmente vissuta da chi la racconta; oppure è possibile raccontare una storia con dei sentimenti ‘presi in prestito’ da altri momenti vissuti nella vita: i sentimenti non riguardano quella persona o quegli eventi ma sono ‘veri’. Anche qui ci sono dei bisogni da comprendere: perché non si vivono i sentimenti o si vivono quelli vissuti in un altro momento per raccontare una ‘storia’? La verità non è nelle parole o nei sentimenti ma è quella nascosta dalle parole o dall’espressione dei sentimenti che forse coprono un vuoto una mancanza…la mancanza di non aver vissuto la ‘propria vita’. C’è un film che mi piace ricordare ‘Le vite degli altri’ che parla di un uomo che non aveva una sua vita e ’spiava’ quella degli altri. A volte si mente anche per questo… ma in fondo a tutto questo c’è una verità: quella di un bisogno che non va giudicato….ma compreso

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